Associazione Consultorio La Famiglia

ORARIO in cui potersi rivolgere direttamente alla SEGRETERIA: Lunedì dalle 17.00 alle 19.30 | Mercoledì dalle 17.00 alle 19.00 | Per colloqui e informazioni: consultorio1.lafamiglia@gmail.com

«Agliutiamo gli altri»
«È molto carino come le persone possano agliutare gli altri più in difficoltà. Grazie
psicologa». Non è una frase presa dal libro “Io speriamo che me la cavo”, ma quella che ho
trovato scritta con tanto di firma nella lavagna della stanza delle riunioni del Consultorio
“La Famiglia” promosso dalla nostra diocesi.
A dire la verità, lunedì sera, appena entrato nella stanza mi sono avvicinato alla lavagna
arrabbiato perché la frase era scritta con un pennarello indelebile e quindi non potevo
cancellarla. Ma quado, da vicino, sono riuscito a leggerla ho cambiato atteggiamento e
avrei voluto abbracciare l’autore.
Non tutti nella nostra diocesi conoscono o apprezzano il lavoro di ascolto che in questi
anni stiamo vivendo insieme a una trentina di volontari fra queste mura.
Come vorrei che le mura delle stanze del Consultorio parlassero e urlassero alle città
quanta fragilità non ascoltata, quanta violenza, quanta fatica e dolore, riuscendo a
sfondare un muro di indifferenza in particolare nei riguardi dei giovani e delle donne!
Ma svegliamoci dal sonno e cominciamo al di là di contrapposizioni ideologiche, di partito,
di genere, a lavorare insieme mettendo al centro la persona e prendendoci cura della sua
umanità.
Come vorrei che il nostro consultorio sia un volano di ascolto capace di contagiare ogni
luogo di aggregazione, ogni famiglia, ogni scuola.
In un tempo in cui si gioca con le parole, fino al punto di renderle tranquillamente asservite
al potere di chi le pronuncia, vorrei rimettere al centro l’esperienza di Gesù che, come ci
dice il vangelo di Matteo: «scacciava i demoni con la parola» (Mt 8,16). Mi hanno molto
colpito in questi giorni le parole che le amiche di Julia Ituma hanno scritto davanti al
mistero della sua morte: «Viviamo in un mondo fatto di persone che si convincono a dover
essere forti, un mondo dove le debolezze non sono accettate, MAI, ed essere fragili è quasi
una vergogna. Un mondo che ti spinge a rialzarti ancor prima di cadere, in cui chiunque ti
invita a chiedere aiuto, ma poi nessuno ha realmente orecchie per ascoltare».
Un mondo di adulti (politici, imprenditori, preti, professori, professionisti, operai, atleti,
professionisti della cura…) incapaci di ascoltare veramente, non solo idealmente e di
«agliutare gli altri».
Questa gratuita capacità di stare al fianco, di condividere, di accompagnare, al di fuori dei
ruoli ci manca; o meglio manca il farlo insieme perché ogni giorno, e questa speranza è
certa, in tanti desideriamo un mondo in cui la fragilità non sia una vergogna ma una
grande opportunità perché tutti possano diventare più umani.
È proprio vero che la vita richiede un atto di scrittura, una presa di coscienza, un sapere, un
riconoscere, come quello di chi ha scritto la frase con pennarello indelebile nella stanza del
consultorio, con tanto di firma: anche quella indelebile.
Don Francesco Pierpaoli.