Associazione Consultorio La Famiglia

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Continuano gli incontri con a tema la questione del Gender

Introduzione di don Francesco Pierpaoli

locandina-consultorio copia[dropcap type=”circle” color=”#ffffff” background=”#7ec7f1″]I[/dropcap]n consultorio non si incontrano problemi ma persone. È come tutti i luoghi di una città una frontiera in cui possiamo essere umani o disumani.

Il Consultorio di ispirazione cristiana, come il nostro, è a servizio della famiglia e della persona e non di idee che siamo disposti a difendere fino a dimenticare l’uomo e le sue necessità.

Gesù dice: “io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” e questo lo ricordo non riferendomi alle discussioni sollevate dal gender o dalla fecondazione artificiale o dall’omosessualità o da tutto quello che la storia ci propone ogni giorno ma riferendomi a come la Chiesa oggi sull’esempio di Gesù deve essere vicina all’uomo: sempre e comunque a promuovere la vita, anche quando magari non ne condivide le scelte.

Dove può essere la Chiesa se non lì a condividere, ad accompagnare, ad ascoltare sempre e comunque fino alla fine?

[dropcap type=”circle” color=”#ffffff” background=”#7ec7f1″]S[/dropcap]crive Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: «Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli (EG 49)

[dropcap type=”circle” color=”#ffffff” background=”#7ec7f1″]E[/dropcap] nella bolla di indizione di indizione per il Giubileo straordinario della misericordia ricordando che l’apertura dell’anno santo coincide felicemente con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II scrive: «Tornano alla mente le parole cariche di significato che san Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio per indicare il sentiero da seguire: “Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”»

Ho fiducia nella “vittoria” di Gesù sulla croce e non nella “vittoria” da conquistare ogni giorno con metodi che non hanno niente a che fare con questo stile e che risultano essere intolleranti anche se motivati dagli stessi principi: la forma coincide con la sostanza!

Gesù non è una dottrina, Gesù è una persona. Ha detto Papa Francesco a Firenze: «La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: si chiama Gesù Cristo»

Per questo abbiamo titolato questo percorso: con la speranza del dialogo.

[dropcap type=”circle” color=”#ffffff” background=”#7ec7f1″]C[/dropcap]he cos’è il dialogo?

«Vi raccomando anche, in maniera speciale, la capacità di dialogo e di incontro. Dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comune. Non è questo che intendo. Ma è cercare il bene comune per tutti. Discutere insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti. Molte volte l’incontro si trova coinvolto nel conflitto. Nel dialogo si dà il conflitto: è logico e prevedibile che sia così. E non dobbiamo temerlo né ignorarlo ma accettarlo. «Accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo» (Evangelii gaudium, 227). Ma dobbiamo sempre ricordare che non esiste umanesimo autentico che non contempli l’amore come vincolo tra gli esseri umani, sia esso di natura interpersonale, intima, sociale, politica o intellettuale. Su questo si fonda la necessità del dialogo e dell’incontro per costruire insieme con gli altri la società civile. Noi sappiamo che la migliore risposta alla conflittualità dell’essere umano del celebre homo homini lupus di Thomas Hobbes è l’«Ecce homo» di Gesù che non recrimina, ma accoglie e, pagando di persona, salva.

La società italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media… La Chiesa sia fermento di dialogo, di incontro, di unità. Del resto, le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti. Non dobbiamo aver paura del dialogo: anzi è proprio il confronto e la critica che ci aiuta a preservare la teologia dal trasformarsi in ideologia. Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà.

[dropcap type=”circle” color=”#ffffff” background=”#7ec7f1″]E[/dropcap] senza paura di compiere l’esodo necessario ad ogni autentico dialogo. Altrimenti non è possibile comprendere le ragioni dell’altro, né capire fino in fondo che il fratello conta più delle posizioni che giudichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze. Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune. I credenti sono cittadini. E lo dico qui a Firenze, dove arte, fede e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra denuncia e proposta. La nazione non è un museo, ma è un’opera collettiva in permanente costruzione in cui sono da mettere in comune proprio le cose che differenziano, incluse le appartenenze politiche o religiose».

(Discorso di Papa Francesco al Convegno Ecclesiale di Firenze 10.11.2015)

Con lo spirito di chi desidera avviare processi ascoltiamo volentieri il dott. Paolo Marchionni sul tema: «Gender: parliamone. L’identità sessuale tra dati scientifici, sociali e culturali».

 

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[toggle_item title=”Giovedì 21/01/2016 ore 21″]

Sviluppo e ricaduta sociale sulla questione del Gender.
Leggere il conitto tra le dierenza.

Prof. Massimiliano Colombi, Sociologo

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[toggle_item title=”Giovedì 11/02/2016 ore 21″]

La teoria gender. Le ragioni degli altri.
A partire dagli standard per l’educazione sessuale in Europa.

Prof. Francesco Giacchetta, Filosofo[/toggle_item]

[toggle_item title=”Martedì 23/02/2016 ore 21″]
Identità sessuale: il contributo dell’antropologia cristiana.
Aspetti Biblici

Prof.ssa Rosanna Virgili, Biblista[/toggle_item]

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Documenti

Articolo “Ma sesso e gender non sono nemici” di Giannino Piana su “Il Mattino” – Download PDF

“La questione Gender – Una sfida antropologica” di Aristide Fumagalli – Download PDF

Locandina Incontri “…con la speranza del dialogo” – Downaload PDF

Introduzione di don Francesco Pierpaoli agli incontri “…con la speranza del dialogo” – Download PDF

Relazione “Gender: parliamone” di Massimiliano Colombi – Download PDF

“La teoria del genere. Le ragioni degli altri” di Francesco Giacchetta – Download PDF